mercoledì 31 marzo 2010

Francesco Crispi inviato speciale nei paesi dell'Europa dell'Est


Nel 1968, venne pubblicato un volume, per i tipi di Edizioni Internazionali (Roma) dal titolo "Inviati di speciali nei cinque continenti" che presentava gli scritti di 44 giornalisti italiani.
La fascetta che corredava il volume recitava, infatti, "Il giro del mondo con 44 giornalisti".

Il volume, curato da Franco La Guidara che, giornalista egli stesso (ma anche scrittore e autore di teatro), ai tempi, aveva esordito come inviato speciale con il "Corriere" e con il "Messaggero", era il secondo di un trittico di opere.
La Guidara spiegava nella sua introduzione:

Abbiamo iniziato la serie con "Inviati speciali in pace e in guerra", proseguiamo ora con "Inviati speciali nei cinque continenti" e ci apprestiamo a pubblicare, sempre con nomi e reportages diversi, il terzo volume "Inviati speciali di ieri e di oggi".
(...) ...precisiamo che non sono ragioni di merito, né di anzianità professionale a stabilire la presenza di un nome nel primo, nel secondo o nel terzo volume o in quelli che verranno.
(...) Di inviati speciali in gamba, in Italia ne abbiamo in buon numero. Infatti, il giornalismo italiano viene considerato a primi posti nel mondo anche per l'abilità di queste "penne vagabonde", che non si limitano a tracciare freddi distaccati profili, ma scrivono con limpidezza, penetranti e controllate, talvolta graffianti, spesso con quell'acutezza e sensibilità che onorano il giornalismo italiano.


Il volume, come gli altri della serie, si presentava con intenti antologici.
Questo in particolare (il secondo della serie) conteneva un pezzo per ciascuno dei 44 giornalisti scelti, ciascuno dei quali era preceduto da una nota bio-bibliografica.
Mio padre era rappresentato in questo volume, con uno scritto scaturito da un viaggio in Romania (compiuto nel 1966), dal titolo "Anche la Romania avrebbe il suo De Gaulle" (pp. 73-76).
Questo articolo era parte di una serie di altri che mio padre scrisse nei suoi reportage dai paesi dell'Est e in particolare dalla Cecoslovacchia, dalla Polonia e dalla Romania, come frutto di tre viaggi effettuati tra il settembre de l 1965 e il novembre del 1966. E, infatti, vi compare, come uno dei capitoli dedicati alla Romania, con il titolo "Due Volga quattro cinesi".
Molti di questi reportage vennero pubblicati nella terza pagina del Giornale di Sicilia e vennero succesivamente ampliati e raccolti in un volume di più ampio respiro, pubblicato da Flaccovio nel 1967, con il titolo "Nuove frontiere per l'Europa", nell'ambito della collana "Testimonianze, inchieste , documenti".
Mio padre, europeista convinto, aveva scelto questi tre paesi "orientali", ancora negli anni duri della cortina di ferro, per ricercare testimonianze di una evoluzione nel senso della distensione e in direzione di una nuova Europa, indubbiamente più unificata e solidale.
Mio padre viaggiava molto: quelli sui paesi dell'Est non furono i suoi soli reportage. Avendo a cuore la visione di un'Europa più unita, fece molti altri viaggi nelle principali capitali europee, dai quali trasse spunto per altri reportage che vennero tutti pubblicati sul Giornale di Sicilia.
Ne ricordo, in particolare, uno che scrisse su Londra e sull'Inghilterra, perchè lo volle corredato da alcune foto che io avevo scattato in un mio concomitante viaggio a Londra.
I reportage appassionavano mio padre, perchè nel backstage di ciascuno di essi c'era sempre un viaggio da organizzare, nuove persone da incontrare e con cui discutere.
Se questo era ciò che faceva abitualmente nel contesto culturale in cui operava abitualmente, esercitando al meglio le sue doti di animatore e catalizzatore culturale, la dimensione del viaggio dava alla sua profonda curiosità nei confronti delle cose del mondo la possibilità di dispiegarsi al meglio, dando, nello stesso tempo, respiro al suo spirito irrequieto e vagabondo e alla necessità interiore di esplorare dimensioni nuove e inedite sfide dialettiche.

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