venerdì 10 settembre 2010

La passione di mio padre per le camminate in montagna


Mio padre amava molto camminare in montagna.
Non credo l'avesse mai fatto in gioventù come applicazione sportiva e di puro piacere, ma piuttosto aveva appreso la dura fatica del camminare con le marce a piedi che allora erano parte ineliminabile di ogni addestramento militare.
Eppure negli ultimi venti anni della sua vità riscoprì il piacere del camminare a piedi: amava fare lunghe camminate in montagna, a volte nei pressi di casa (Monte Pellegrino, Monte Cuccio, Pizzo Manolfo), a volte sulle Madonie, facendo base - il più delle volte - al Rifugio del Club Alpino Siciliano (CAS) di Piano Zucchi, initimamente connesso a memorie famigliari.
La montagna era nel vero senso della parola (anche se in senso benevolo) una sua ossessione: per esempio, lo incantava l'asprezza di Rocca Busambra, tanto che quando ci spostavamo in auto nel cuore della Sicilia gli pareva di vedere la sua massa imponente dovunque e mentre era alla guida, ci gridava: Eccola! Ecoola, Rocca Busambra!", un po' come facevano i balenieri di un tempo quando abbarbicati sula coffa dell'albero maestro gridavano "Thar she blows!"
Spesso, io e i miei cugini andavamo con lui: si trattava di camminate impegnative, perchè mio padre non amava sostare troppo a lungo. Quindi, in genere, ci muovevamo piuttosto rapidamente e il più delle volte, per ora di pranzo, eravamo già di ritorno, prontio a fare un'ulteriore breve scarpinata nel pomeriggio prima di andar via.
Con una certa frequenza, andavamo a passare in montagna al Rifugio di Piano Zucchi l'intero fine settimana. E ho un ricordo molto bello di questi week-end, in cui eravamo spesso (ma non esclusivamente) tutti insieme con mia mamma e mio fratello.
Altrettanto spesso, papà amava andare da solo.
Credo che questo suo modo di accostarsi alle bellezze dei monti siciliani fosse un modo per "ricaricarsi" e per far fronte agli incalzanti impegni lavorativi che lo attendevano nella nuova settimana che si sarebbe aperta di lì a poche ore, ma anche per ritrovare la serenità e per "mettersi in fuga", in qualche maniera dagli assilli della vita.
Credo che fosse per questo che papà adorasse, in definitiva, essere da solo, quando camminava.
Era più vicino al cielo quando raggiungeva una delle vette delle Madonie: credo che anche questa sensazione gli piacesse, a lui che, pur essendo in grado di affrontare con abilità le più diverse questioni pratiche, era un idealista con la convinzione di poter cambiare il mondo con la forza della cultura o di poterlo rendere migliore.
Sino all'ultimo fece le sue camminate.
Poco tempo prima della sua morte (nel 1970) venne inaugurato un nuovo rifugio del CAS a Piano Sempria, a 1300 m slm, proprio sopra Castelbuono e sulle pendici di Pizzo Carbonara.
Le sue ultime escursioni avvennero proprio qui: ricordo che qualche volta ci andammo assieme (c'erano anche i miei i miei cugini, con i quali mio padre era sempre molto affettuoso) a godere della bellezza di sentieri che si inerpicavano sul fianco della montagna attraverso fitte faggete, su su sino alla grande croce di ferro eretta proprio sulla cresta di Pizzo Carbonara in un punto aggettante su di un panorama mozzafiato.
Al trigesimo della sua morte, il Rifugio di Piano Sempria vene intitolato proprio a lui per ricordare questa sua grande passione per le sue Madonie.
Un suo amico ha scritto, nel primo numero di Cronache Parlamentari Siciliane (la rivista mensile dell'Assemblea Regionale siciliana, da lui diretta per 13 anni consecutivamente) uscito dopo la sua morte (Aldo Scimé, Ricordo di Francesco Crispi):

Poi, improvvisamente spariva: era a Bayreuth o a Bruxelles o a Strasburgo o, più semplicemente, a remare (fu campione di canottaggio) o sulle Madonie a girovagare sui monti, solo, con un bastone: forse da queste pause attingeva la forza per smaltire i disinganni, le delusioni, il dolore dell'incomprensione. Ma tutte queste cose non lo fermavano. Riappariva sereno e sorridente, con il passo cadenzato e forte di chi è abituato a camminare per i sentieri impervi di montagna e ha una lunga strada da percorrere (Cronache Parlamentari Siciliane, 5-6, 1972, p. 387)

Nessun commento:

Posta un commento

 
Creative Commons License
Francesco Crispi. Chi era by Maurizio Crispi is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.
Based on a work at francescocrispigiornalista.blogspot.com/.